sexta-feira, 1 de junho de 2012

Dove è Pietro là è la Chiesa


di Inos Biffi


           Nel 374, dopo la morte dell'ariano Aussenzio, il popolo di Milano - con l'approvazione dell'imperatore Valentiniano i, sceglieva come vescovo Ambrogio, da qualche anno governatore (consularis) della Liguria e dell'Aemilia, con l'incarico dell'amministrazione e dell'esercizio della giustizia. Se le opposte fazioni si erano accordate sul suo nome, significa che il raccoglieva l'approvazione generale e aveva messo in pratica, lui per primo, quello che più tardi avrebbe affermato del bravo giudice, il quale "non agisce a capriccio o per interesse personale, non porta niente da casa sua già fissato, obbedisce alle leggi ed esamina le cause serenamente" (Expositio Psalmi CXVIII, 20, 37).
       
Ambrogio era un romano di famiglia senatoriale e di tradizione cattolica; contava tra i suoi membri una martire, Sotere, benché, pur già quarantenne, non fosse ancora battezzato. Lui stesso ricorderà la sua ferma resistenza a quella nomina inattesa e dichiarerà che a forza lo avevano "strappato dai tribunali e dalle funzioni amministrative" (De officiis, I, 1, 1). Ma a partire dal battesimo e dalla non desiderata elezione episcopale, la sua vita diventa una dedizione totale alla Chiesa, che verrà chiamata dopo di lui ambrosiana. La sua saggezza e il suo magistero sull'ortodossia della fede e sulla condotta cristiana lasceranno un'impronta indelebile nella Chiesa universale, ma anzitutto era vivo in lui il senso della sua Chiesa, con l'identità, le prerogative, la tradizione che la contrassegnavano e che egli concorrerà ad arricchire con la sua dottrina e le sue geniali iniziative pastorali.
       Se, dunque, la figura dell'antico e autorevole governatore, di stirpe senatoria e clarissimus, si imponeva per il profilo politico nel contesto dei suoi tempi - si pensi alla sua azione e ai suoi autorevoli interventi, sia presso gli imperatori sia nelle stesse vicende religiose dell'Urbe - resta per Ambrogio indiscussa, in ogni caso, la necessità del vincolo con la Chiesa di Roma e col successore di Pietro per godere della comunione ecclesiale e per essere assicurati dell'autenticità della professione cristiana.

(©L'Osservatore Romano 2 giugno 2012)

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