Suor Juliana Montanari, EP
Pure come l’acqua
cristallina, brillanti come
le stelle e rigide come
una fortezza, queste le
notevoli caratteristiche di un bel
simbolo di Dio: le pietre preziose.
Che siano smeraldi, rubini, topazi
o diamanti, sono ricchezze mirabili,
depositate nelle viscere della
terra dal Creatore. Ma il Divino
Artefice ha collocato tali meraviglie
solamente lì?
Alcune, più preziose ancora di
quelle estratte dal suolo, Egli le
ha volute nascondere in fondo al
mare. Sono le perle. In realtà, esse
non sono pietre, poiché sono il
risultato di un processo organico,
ma possono essere catalogate tra le
gemme più preziose.
Come il Cielo è il premio per
quelli che hanno vinto le prove di
questa vita ed è conquistato attraverso
la sofferenza, così la perla è
frutto del dolore, la ricompensa di
una grande lotta. Quando l’ostrica
è raggiunta al suo interno da un elemento
estraneo, sia esso un granello
di sabbia o una particella di roccia,
la sua difesa consiste nel produrre
la nacre o madreperla, sostanza
che avvolge l’invasore e che rapidamente
si cristallizza, formando poco
a poco una piccola sfera. Fino al
completamento di questa cristallizzazione,
essa continuerà il suo attacco
contro il nemico, al punto di ricoprirlo
interamente. In questo modo
si produce la perla, la regina delle
gemme.
La si può trovare in vari
colori, rosa, rosso, beige, azzurro,
arcobaleno e nero, la più rara.
Queste variazioni dipendono da
proteine, detriti e dal colore interno
della conchiglia dell’ostrica. Le
perle, nella maggior parte, hanno
un formato irregolare. Gli scienziati
dicono che solo una su diecimila è
perfettamente sferica, il che le dà
un valore tutto speciale.
Anticamente, le perle erano
uno dei maggiori simboli di potere
e regalità nel mondo, usate nei
più magnifici gioielli e offerte
ad alte personalità. Trovare una
perla grande e di colore intenso,
alcuni anni fa, significava un dono
immenso che avrebbe cambiato la
vita del suo fortunato proprietario.
Preziose e bellissime sono le
perle, ma, difficili da procurarsi.
Perché? Capriccio della natura,
risponderebbe erroneamente chi
non sa contemplare la mano di
Dio che conduce le sue creature.
Dobbiamo considerare, infatti,
che il Creatore ha fatto tutto con
ponderazione e misura, affinché
l’uomo comprendesse il simbolo di
tutte le cose e ne traesse profitto,
soprattutto, spirituale.
Infatti, più preziosa di una perla
è la grazia divina, che gli uomini
del giorno d’oggi sembrano aver
dimenticato di cercare… Noi la
riceviamo come una semente
nell’ora del Battesimo e dobbiamo
farla crescere con i Sacramenti,
con la preghiera, con la rinuncia
al peccato e a tutto ciò che può
allontanarci da Dio, poiché è lei che
ci porterà alla beatitudine eterna,
trasformandosi lì in gloria, nel più
splendido dei regni.
Sappiamo, allora, cercare questo
gioiello di valore incalcolabile
e, dopo averlo trovato, conservarlo
per sempre, costi quel che costi,
seguendo il consiglio di Nostro Signore
Gesù Cristo nel Vangelo,
quando, seduto sulla barca, nel Lago
di Genesaret, disse alla moltitudine
assiepata sulla riva: “Il regno
dei cieli è simile a un mercante che
va in cerca di perle preziose; trovata
una perla di grande valore, va,
vende tutti i suoi averi e la compra”
(Mt 13, 45-46).In corone, come quella della regina della Baviera (foto 1), in diademi come quello della granduchessa
di Baden (foto 2), in orecchini (foto 3) o in bracciali (foto 4), le perle si distinguono per eleganza e bellezza.
Sotto, ostrica perlifera (foto 5), perle coltivate di Tahiti (foto 6) e diversi tipi di perle naturali (foto 7)
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