Mons. João Clá Dias, EP;
Cerchiamo di immaginare il cammino percorso da
Maria, a piedi da Nazareth fino ai monti in cui vivevano San Zaccaria e Santa
Elisabetta, e con lo sguardo fisso su questo viaggio ci rivolgiamo alla nostra
Madre Celeste per chiederLe di assisterci con grazie speciali, per riparare
quanto merita il Suo Immacolato Cuore. Perché, tramite le nostre umili forze,
le nostre umili qualità e capacità, non abbiamo meriti a sufficienza per
operare degnamente questa riparazione. Ma se Ella ci presta il Suo proprio
Cuore Immacolato, saremo certamente all'altezza di realizzare questa
riparazione.
O Maria Santissima, mediatrice di tutte le
grazie, Voi che in questo mistero del Rosario, quando visitaste Vostra cugina
Santa Elisabetta, dimostraste una sollecitudine straordinaria, una carità, un
desiderio di fare del bene al prossimo, fuori del comune, foste senza perdere
tempo incontro a chi aveva bisogno del Vostro aiuto.
Vi chiediamo di essere accanto a noi durante
questa meditazione, ispirandoci, aiutandoci, orientandoci e infondendoci molta
pietà, molto fervore e molta devozione a Voi. Vi preghiamo di insegnarci ad
ogni passo tutte le lezioni che questo mistero del Rosario darà ad ognuno di
noi. Madre mia, assisteteci come figli, come figlie, interamente affidati alle
Vostre mani.
Ave Maria,...
I
- Maria ci invita a intraprendere un cammino...
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta
nella regione montuosa, in una città di Giuda, ed entrò in casa di Zaccaria e
salutò Elisabetta. (Lc 1, 39-40)
Mari ci dà l'esempio di quanto dobbiamo essere
sensibili, di quando dobbiamo essere flessibili, di quanto dobbiamo essere
pronti per soddisfare le ispirazioni che Dio pone nelle nostre anime.
Quante volte lungo le nostre vite abbiamo questa
o quell'ispirazione, abbiamo questo o quel tocco interiore di grazia, sentiamo
nella nostra anima che dobbiamo intraprendere un cammino oppure abbandonare
qualcosa che ci fa male, che ci porta ad offendere Dio. Quante volte sentiamo
la voce della coscienza, o la propria voce di Dio che ci invita a intraprendere
un cammino...
Nostra Signora si recò a visitare Santa Elisabetta,
non perché avesse qualsiasi dubbio su ciò che aveva detto l'Angelo, oppure
perché egli l'avesse ingannata. Ciò non sarebbe mai successo. Ella visitò sua
cugina perché ricevette un'ispirazione per farlo, fu toccata da una grazia,
ricevette uno stimolo dentro di sé e lo ubbidì prontamente. Ella si mise in
cammino perché Le sopravvenne una preoccupazione:
"Mia cugina sta per partorire, non ha
raccontato niente a nessuno, non ci sarà nessuno ad aiutarla, non ha figli, è
da sola, devo aiutarla". Maria non pensò a sé stessa; si incamminò verso
la città in cui si trovava Santa Elisabetta, e che era lontana tre o quattro
giorni di cammino a piedi. Certamente accompagnò qualche caravana che passava
da quelle parti, perché viaggiare da soli in quell'epoca era un rischio enorme.
Tuttavia, si diresse verso dove? Il Vangelo
dice: "andò in fretta nella regione montuosa..."
Ella non fece un piano di viaggio..., ‘bene,
quando mi sentirò meglio..., chi lo sa, in una giornata più propizia'...No,
"andò in fretta...". Quando si tratta di fare il bene è così che si
fa. Quando una persona ha bisogno, Ella la aiuta prontamente; e fu per questo
motivo che si diresse verso sua cugina immediatamente. Maria vive all'interno
della contemplazione di Dio, che si trova profondamente dentro il suo cuore.
Nostro Signore Gesù Cristo si formava come uomo nel suo chiostro verginale. Per
questo motivo, avrebbe potuto rimanere, con ragione, a casa contemplando questo
Dio che era generato dentro di sé. Tuttavia, quando ricevette la notizia non esitò
e si mise in cammino.
* * *
Infatti, la città di Santa Elisabetta si trovava
in una regione montuosa e lontana dalla città di Nazareth, a tre o quattro
giorni di cammino. Era, perciò, un viaggio faticoso e difficile, ma Maria è
soddisfatta, allegra, ed è questa gioia che la mette in moto, le fa abbandonare
le comodità e mettersi in cammino.
Magnifico esempio per noi, quando saremo toccati
da una grazia per seguire un determinato cammino, o quando saremo toccati da
qualche ispirazione di Dio e saremo invitati ad abbandonare una situazione che
ci è sgradevole, oppure quando è la situazione che ci porta al peccato, siamo
svelti, abbiamo fretta e imitiamo Nostra Signora nella sua predisposizione nel
compiere il dovere; Quindi, in questo primo punto della nostra meditazione,
chiediamo la grazia di poterla imitare.
O Madre Santissima, in questo versetto del
Vangelo su cui meditiamo, vediamo quanto siete un esempio per noi. Voi, o Madre
mia, vi incamminaste con molta prontezza mentre tutte le comodità Vi invitavano
a rimanere a casa, soprattutto per il fatto di essere la Madre di Dio e di
avere dentro di sé il proprio Dio Nostro Signore. Voi avreste potuto
perfettamente rimanere in tutta sicurezza a casa, tuttavia vi affrettaste a
recarvi da colei che sarebbe diventata la madre di San Giovanni Battista.
Madre mia, datemi la grazia di non essere mai
lento, soprattutto nell'assecondare le ispirazioni di Dio, sebbene ciò non vi
sia mai successo, ma accade spesso a noi, specialmente quando un peccato,
un'occasione vicina, un rapporto di amicizia, ci allontana dalla via retta.
Quindi, nel ricevere un tocco della mia coscienza o un tocco della grazia,
oppure un'ispirazione da Voi ottenuta con il fine di aiutarci, che io ubbidisca
prontamente alla Vostra volontà.
"Appena Elisabetta udì il saluto di Maria,
il bambino le balzò nel grembo; ed Elisabetta fu piena di Spirito Santo, e ad
alta voce esclamò: Benedetta sei tu fra le donne, e benedetto è il frutto del
tuo seno!..." (Lc 1, 41-42)
Ecco l'effetto della presenza di Nostra Signora,
l'effetto della devozione verso di Lei. E ancora di più, tre mesi prima della
nascita, San Giovanni Battista era già santificato da Maria.
È vero che i santi nel loro convivio
santificano, ed è vero che la prossimità di una persona santa fa sempre bene
alle anime che non si negano alle grazie di cui loro sono veicoli. L'influenza
di un santo è anche benefica. Abbiamo diversi casi, nel corso della storia,
come ad esempio quello di Sant'Agostino, che ebbe una madre santa e finì per
santificarsi in parte a causa di quell'influenza. E perché questo? Perché la
santità è contagiosa, cosí come il male. I due estremi sono contagiosi: il bene
nella sua santità contagia, così come il male nella sua malvagità e cattiveria.
Perciò, ecco perché Nostra Signora non è solo santa, bensì Santissima, ed ecco
perché non diciamo Santa Vergine, diciamo Santissima Vergine.
Quando Maria Santissima arrivò alla casa di
Santa Elisabetta la salutò. E quale fu l'effetto? Fu la santificazione del
bambino che era stato generato. San Giovanni Battista balzò nel grembo materno.
E non solo questo, ma tramite le parole di Maria, Santa Elisabetta, che era sua
cugina, nel momento del saluto fu presa dallo Spirito Santo. Il Divino Spirito
Santo avrebbe potuto perfettamente prendere Santa Elisabetta senza la
partecipazione della Madonna. Esso avrebbe potuto santificare San Giovanni
Battista senza l'intervento di Maria. Ma accadde che la Sua semplice presenza e
il fatto che fosse Santissima, quasi "costringe" loi Spirito Santo ad
agire.
Nostra Signora è Colei che favorisce la
santificazione, per cui è un buon segno di salvezza eterna essere veramente
devoto a Maria Santissima. Avere questa vera devozione alla Madre di Dio
significa segno di predestinazione, e dobbiamo ringraziare Dio per il fatto di
essere qui in questa chiesa, nella celebrazione di questo Primo Sabato del mese
con lo scopo di riparare il Sapienziale e Immacolato Cuore di Maria, di poter
fare la confessione, anche durante l'ottava, recitare il rosario, come abbiamo
fatto da poco e ricevere l'Eucaristia nella Santa Messa che si seguirà. Tutto
ciò è dono di Dio, è privilegio, è come un segno di predestinazione.
* * *
Santa Elisabetta non ebbe invidia, riconobbe
invece i benefici che Dio concedette a Maria. Presa dallo Spirito Santo,
manifestò ed esclamò tutta l'ammirazione che aveva per Nostra Signora. Com'è
difficile che ciò accada, tra il genere umano. Purtroppo siamo abituati a
paragoni, vanità, invidia, orgoglio. È solito nel nostro rapporto sociale che
ci siano casi di persone che non fanno complimenti, che non riconoscono le
qualità del prossimo e che, al contrario, minimizzano queste qualità negli
altri. Ciò non accadde a Santa Elisabetta, che presa dallo Spirito Santo non
vide l'ora di esternare ciò che pensava di quella che sarebbe divenuta la Madre
del Salvatore. E non fece ciò a bassa voce, perché la Scrittura dice: "...esclamò
ad alta voce e disse: Benedetta sei tu fra le donne, e benedetto è il frutto
del tuo seno!"
Ossia, riconobbe che Maria era benedetta più di
lei stessa. Non dimentichiamo che Maria era molto più giovane di Elisabetta,
era quasi una bambina, in confronto a lei, e tuttavia, essendo più anziana,
riconobbe le meraviglie, riconobbe i doni che Dio diede a Nostra Signora.
Magnifico esempio quello di riconoscere le
qualità degli altri, e ciò non è valido soltanto per il genere femminile, ma
anche per gli uomini. Dobbiamo sempre riconoscere i valori del nostro prossimo,
questa riconoscenza è un obbligo morale.
Anche Santa Elisabetta doveva partorire, ma
riconobbe che colui che era generato dalla cugina era più grande del suo stesso
figlio. Per una madre, riconoscere che il figlio di un'altra è più grande del
proprio è segno di grande virtù, ma è giustamente questo grado di virtù che
dobbiamo desiderare, al punto di riconoscere coloro che sono più di noi.
Chiediamo grazie su grazie per conservare in noi
l'idea di essere totalmente disponibili a fare il bene al prossimo ed anche
l'idea di avere sempre nelle nostre mani la nostra anima, senza cedere mai a
nessuna passione che ci porti al peccato.
O Madre Santissima, in questo Primo Sabato di
novembre siamo qui in questa chiesa (Cattedrale della Sede - San Paulo, in
Brasile) per riparare al Vostro Sapienziale e Immacolato Cuore, imploriamo che
i nostri cuori siano pervasi dalla grazia dello zelo apostolico, dall'amore al
prossimo, dal desiderio di fare il bene e dal controllo e ritegno delle nostre
passioni senza cedere mai al peccato. Non vogliamo, o Madre, essere ancor uno
di quelli che Vi offende nei giorni d'oggi con tanta cattiveria, praticando in
modo sfrenato tutto ciò che è contrario alla legge di Dio. Vogliamo, questo sì,
essere santi, vogliamo intraprendere il cammino della perfezione.
Dateci o Madre, Ve lo chiediamo, la grazia di
non abbandonare mai questo cammino. Ma, se per disgrazia, Vi offendiamo, dateci
la grazia del pentimento perfetto affinché riprendiamo il cammino del bene da
noi abbandonato.
Così sia!
Così sia!
****
Meditazione del Mons.João S.Clá Dias.- Cattedrale della Sede, 1º
gennaio 2005.- senza la revisione dell'autore (traduzione Gaudium Press) .
* * * * * * *
Si tratta del mistero del Rosario che meditiamo:
la Visitazione di Maria a sua cugina Santa Elisabetta.
In particolare oggi, con la liturgia, ci soffermiamo a meditare il
mistero della Visitazione della Vergine a santa Elisabetta. Maria si reca
dall'anziana cugina Elisabetta, che tutti dicevano sterile e che invece era
giunta al sesto mese di una gravidanza donata da Dio, portando in grembo Gesù
appena concepito. È una giovane ragazza, ma non ha paura, perché Dio è con lei,
dentro di lei. In un certo modo possiamo dire che il suo viaggio è stato la
prima "processione eucaristica" della storia. Tabernacolo vivente del
Dio fatto carne, Maria è l'arca dell'Alleanza, nella quale il Signore ha
visitato e redento il suo popolo. La presenza di Gesù la ricolma di Spirito
Santo. Quando entra nella casa di Elisabetta, il suo saluto è traboccante di
grazia: Giovanni sussulta nel grembo della madre, quasi avvertendo la venuta di
Colui che dovrà un domani annunciare ad Israele. Esultano i figli, esultano le
madri. Quest'incontro pervaso dalla gioia dello Spirito trova la sua
espressione nel cantico del Magnificat.
Non è forse questa anche la gioia della Chiesa, che incessantemente
accoglie Cristo nella santa Eucaristia e lo porta nel mondo con la
testimonianza della carità operosa, permeata di fede e di speranza?
(Saluto alla
fine del Rosario recitato nella Grotta di Lourdes nei Giardini Vaticano,
31/5/2005)
Nenhum comentário:
Postar um comentário